SI PUO' COMBATTERE SENZA VIOLENZA ?
Sembrerebbe proprio una domanda assurda, ma se parliamo di arte marziale e
non di sport da combattimento la domanda non è affatto illegittima, ma
necessaria. Il distinguo da fare stà nella parola "arte" che definiamo
come l'esprimere se e il proprio sentire attraverso un mezzo (tela e
pennelli nella pittura) pugni, calci, proiezioni e quant'altro nel
bagaglio della nostra disciplina. E' comprensibile quindi che la legittima
voglia di primeggiare sull'avversario non deve essere svilita con il
desiderio di sconfiggerlo, ma unicamente mostrare a lui la nostra tecnica
in un leale confronto dove entrambi devono imparare qualcosa.
GOHON KUMITE
Da cintura
bianca, il combattimento è codificato in cinque passi avanti per
l'attaccante tutti eguali e dichiarati dopo aver eseguito gedanbarai
arretrando con la gamba destra, il difensore arretra cinque volte partendo
dalla posizione in piedi usando la stessa parata e contrattaccando
all'ultima difesa.
Scopo principale
di questo allenamento e trovare la giusta distanza sia per tori
(attaccante) che per uke (difensore), soprattutto uke deve trovarsi dopo
la quinta difesa in una distanza ottimale per portare il contrattacco,
generalmente gyaku zuki, senza spostare i piedi chiudendo bene l'anca e
portando la tecnica su un punto preciso con una buona estensione del
braccio a contatto con il gi dell'attaccante. Le tecniche da allenare
dipendono dal grado del praticante, anche una cintura nera o un tecnico
può trarre beneficio da questo allenamento, per una cintura bianca da
preferire tecniche di base di pugno e calcio.
SANBON KUMITE
Da cintura
gialla, combattimento a tre passi in linea retta come il gohon, gli
attacchi vengono dichiarati come sopra ma possono essere misti (esempio:
oi zuki - maegeri - mawashigeri). per il difensore il lavoro di
contrattacco rimane all'ultima tecnica e può essere completato con una
proiezione o doppiando la prima tecnica gyaku zuki con un'altra libera. Il
lavoro di tori consiste nel portare tre tecniche determinate e in tempi
separati.
KIHON IPPON KUMITE
Da cintura
arancio-verde, combattimento molto importante da curare anche a livelli
molto alti, tori attacca da gedambarai dichiarando tecniche volta per
volta diverse e alternate a quelle del compagno, uke allena le parate e i
relativi contrattacchi complessi non spostandosi mai in linea retta
dietro, il lavoro iniziale è: gamba destra laterale a destra, gamba destra
laterale a sinistra, stesse possibilità per l'altra gamba, a livelli più
alti gli spostamenti diventano più complessi e in direzione
dell'avversario, massima attenzione alle parate usate in diverse
situazioni di spostamento affinché queste non portino l'attacco avversario
verso il centro del corpo ma verso l'esterno. Per uke il lavoro è
inizialmente la comprensione dell'utilità dell'uscita laterale in un tempo
opportuno per vanificare l'attacco.
JYU IPPON KUMITE
Non prima della
cintura verde per adulti o della blu per bambini o ragazzi, si inizia
nella medesima distanza che si userà poi per il combattimento libero
entrambi simultaneamente gedambarai in avanti, tori e uke si alternano in
attacchi liberi dichiarati, possono ora sbilanciare l'avversario con
spostamenti finte o retrocedendo per portare il compagno alla distanza e
nel tempo desiderato, importantissima ora la comprensione del mae
(distanza opportuna) sia in attacco che in difesa, se uke ritiene può
anticipare con una tecnica libera l'attacco di tori, se questi si avvicina
troppo per attaccare. Dopo l'attacco tori deve concedere un tempo breve
a uke per rispondere e poi si deve portare fuori distanza con buona forma,
eguale lavoro per il difensore dopo il suo lavoro. E' probabilmente il
kumite più vicino alla marzialità classica dove si possono sviluppare
tutte le peculiarità che costruiscono un eccellente karateca.
JYU KUMITE
Non prima della
cintura blu per gli adulti, gestito in maniera ovviamente diversa può
essere proposto prima a bambini e giovani se possiedono un buon controllo
tecnico e una personalità non violenta, il combattimento è libero e deve
essere gestito dai due contendenti in linea con i principi del rispetto
pur salvaguardando la necessaria competizione e formazione caratteriale,
senza dimenticare tutto ciò che è stato appreso nelle forme di confronto
precedentemente proposti. Il jyu kumite in gara è ovviamente limitato dal
regolamento, in palestra vanno allenate e proposte tutte le tecniche anche
quelle non consentite in gara