La piccola grande

 STORIA DEGLI ALPINI 

di S. Giovanni Bianco 

e Camerata Cornello

di Giuseppe Giupponi

 

 

1922 - 2002: 80° di fondazione del Gruppo ANA di San Giovanni Bianco

 

Ricco di riferimenti e testimonianze il libro racconta la storia degli Alpini e del gruppo ANA di S. Giovanni Bianco.

 

In questo spazio, grazie alla gentile disponibilità dell'autore, verranno proposte, alternate di tanto in tanto, alcune delle testimonianze vissute che si trovano nel libro.

 

LA GUERRA DI GRECIA

Ancora oggi gli storici faticano a trovare le ragioni delle cause che determinarono la dichiarazione di guerra alla Grecia ...

...Così il 28 Ottobre 1940 il Governo italiano dichiarò guerra ai Greci e le otto divisioni italiane di stanza in Albania attaccarono l'esercito greco che, anche se colto di sorpresa, era sicuramente predisposto ad una guerra invernale e combattuta sulle sue montagne...

...Per la guerra di Grecia furono arruolati 136 giovani del nostro Comune... I caduti furono sette. I loro nomi sono scolpiti sul monumento ai Caduti della Grande Guerra....

 

La Testimonianza 

dell'Alpino  MARIO MOSCA (1919) - V  Reggimento - Battaglione Tirano - 49.a  Compagnia

 

" Al termine della campagna di Francia, fui spedito sul fronte Greco-Albanese. In Grecia appartenevo ai cosidetti "sconci" poichè ero conducente mulo Caliga. Ci trovavamo sul Gur i Topit, che noi storpiavamo con "Garatopi" di fronte al Tomori, e con il mio plotone dovevo trasportare armi, munizioni e cibo agli alpini in prima linea, passando per un sentiero a strapiombo che era costantemente sotto il tiro dei mortai greci. Era un finimondo di scoppi, di qui e di là, e ogni tanto, o mulo o alpino saltava per aria. Quanti miei compagni ci lasciarono la pelle assieme ai loro muli. Altri, in tanti, rimasero mutilati.

Rimpatriato nel 1941, dopo un annetto, dovetti ripartire per il fronte russo nell'estate del 1942. Prima l'avanzata verso il Don poi la grande offensiva dei sovietici che ci piombarono addosso da tutte le parti. Io e molti altri perdemmo il contatto con i nostri per cui dal 24 di gennaio del '43 vagavamo sbandati nella steppa, falciati dai carri russi che ci sparavano addosso senza fermarsi. Temevo che fosse finita. Ma, senza saperlo, imboccammo la strada giusta per cui, mezzi congelati ed affamati, riuscimmo a raggiungere Nikolajewka e quindi la salvezza. A Karkov fui ospedalizzato per congelamento. Rimessomi, tornai a casa e mi sposai con la Elisabetta Galizzi sperando che fosse finita. E invece con l'8 settembre mi aspettava l'internamento in Germania".

 

 

Precedenti testimonianze pubblicate:

Alpino Giovanni Battista Gianoli