Mercato a San Giovanni Bianco
La fotografia per la cartolina fu scattata, questo è certo, di giovedì, giorno di mercato a San Giovanni Bianco che, per opera del dottor G.Battista Canali, a metà secolo scorso aveva visto risorgere la sua antica fiera. Sul mese, invece, non siamo in grado di pronunciarci con la medesima esattezza.
Faceva già caldo, come lasciano intendere le finestre aperte e i fiori sulle stesse (ma si notino anche le gabbiette degli uccelli appese al davanzale). Ed anche il carabiniere in maniche di camicia dietro una persiana semichiusa del comando-stazione (lo stemma è appeso al balcone) che tiene d'occhio acquirenti e venditori tra le bancarelle. Ma l'obiettivo, involontariamente malizioso, ha reso inutile la precauzione del milite, sorpreso senza giubba e berretto regolamentari.
"Masciadri" (merciaiuoli) e "formagér" (formaggiai) - stando sempre alla cartolina - sembrano costituire il nerbo degli ambulanti. Ma non saranno mancati " ol majolichì" e " ol cortelì", rivenditori rispettivamente di stoviglie e di attrezzi agricoli, oltre che di coltelli e di ferri da taglio in genere. Articoli di cui doveva essere fornito pure il negozio di "manifatture" Rodeschini, sull'angolo della piazza. E il "molìta" (arrotino) e il "pastì", col suo carrettino traboccante dolciumi sotto stormi di mosche in picchiata, li vogliamo scordare?
L'abbigliamento delle persone - "giaché" di fustagno per i signori, "pedagnù" e "scossàl" per le signore - con in più il particolare che Vistallo Zignoni già domina, in bronzo, la piazza dedicatagli nel 1895 ( nel quarto centenario dell'arrivo, per suo merito, della Sacra Spina a San Giovanni Bianco) e la presenza di una linea elettrica ci persuadono a collocare quel caldo giovedì nei primi anni del secolo scorso.
La piazza e l'adiacente strada provinciale (ora statale), la Priula, sono acciotolate con "ploc de rés". La prima oggi è lastricata a porfido, l'altra asfaltata. A parte questi dettagli l'ambiente, architettonicamente, è rimasto quello di allora.
Bernardino Luiselli