Marco GOZZI (San Giovanni Bianco, Bergamo, 1759 - Bergamo, 1839)

NOTE BIOGRAFICHE:

Nato a San Giovanni Bianco il 5 novembre 1759, morto a Bergamo il agosto 1839. Discepolo di Francesco Fidanza, ben presto sopravanzò il maestro. Fu protetto dal Governo italico e da quello austriaco. Nella Pinacoteca di Brera si trovano i suoi quadri: Paesaggio con terriera e Paesaggio; nella Pinacoteca dell’Accademia Carrara: un altro Paesaggio; nella quadreria dell’Ambrosiana a Milano:  Rocce con cascata e Foreste con personaggi, Cascata; nella raccolta del conte De Minerbi di Stresa: Castello, Torrente in Valsesia ed altre minori nella Galleria d’Arte Moderna di Milano; nel Museo di Helsingford: L’Annunciazione.

"Veduta della galleria da Varenna a Bellano" (1829)
olio su tela, cm. 46 x 37

Marco Gozzi a seguito della pensione percepita dal I.R. Governo austriaco ha l’obbligo di eseguire ogni anno almeno un dipinto il cui soggetto viene scelto dalle autorità, a volte però è lo stesso pittore a preferire un soggetto, come, appunto, nell’anno 1829 egli chiede di riprendere "La veduta esterna di una delle gallerie teste praticate sulla nuova strada, capeggiante il Lago di Como". La scelta del pittore viene accettata con soddisfazione in quanto l’opera pubblica è stata realizzata da quel governo. Il pittore rileva il soggetto dal 21 agosto al 2 settembre 1829. Il dipinto definitivo eseguito nel 1829, con le misure d’obbligo di cm. 116 x 78 e il titolo "Veduta della Casa e 1.ma Galleria tra Varenna e Bellano nel monte Malpensata d’Olivedo sul lago di Como", viene esposto all’Esposizione di Brera nel 1830 ed è ora di proprietà della Pinacoteca di Brera. "Le Glorie (p. 102)" nel 1830 riproduce l’opera e ne traccia una recensione: "Appena chiusa L‘Esposizione ci siamo trovati sui luogo d ‘onde il Gozzi pigliò quella prima veduta, che avevamo tutta nella memoria, e non possiamo esprimere il diletto che provammo di veder proprio quell ‘aria, quell ‘orizzonte, quelle montagne, quell ‘acqua colle stesse gradazioni di luce e di colori: diremo anzi di più, che sul luogo l’abbiamo in gran parte scolpato di un ‘accusa ch ‘eravamo tentati di movergli alla vista dei quadro, su quella che ci parve soverchia lucentezza de ‘sassi; ci credemmo dì vederli cogli occhi stessi di lui". Il dipinto in oggetto è, con ogni probabilità, la prima redazione dell’opera di Brera in misura ridotta, come in alcune opere già conosciute. Questo dipinto era finora inedito e rappresenta un notevole ritrovamento per la ricostruzione dell’opera di Marco Gozzi, iniziata da Maria Cristina Gozzoli in tempi recenti, solo negli anni Settanta. La redazione medita presenta alcune differenze di contorno, ad esempio la vegetazione sopra la galleria è più intensa e meno descrittiva, ma l’atmosfera e le luci sono molto simili: questa veduta è ravvicinata rispetto a quella di Brera, ma risulta più ricca nei personaggi: una coppia ammira il paesaggio con il lago, la donna con un piccolo cannocchiale, un giovane viandante seduto osserva un cavaliere che esce dalla galleria, mentre nel dipinto di Brera si avvia ad entrare. Questo soggetto è stato ripreso anche da Massimo d’Azeglio e da Ambrogio Casanova nel 1832, poi nel 1842 da Federico Moja e ancora dal Falkeisen nella serie di incisioni raffiguranti il luoghi del Lago di Como.

Fernando Rea