San Giovanni Bianco - L'origine del nome e la comparsa dei primi toponimi

Le motivazioni che portarono alla scelta del nome sotto il quale è conosciuto da tempo immemorabile il nostro paese, furono sicuramente e soltanto di carattere religioso.  Il fatto che la nostra Chiesa risulti dedicata sin dalle sue lontanissime origini all'apostolo San Giovanni, chiarisce largamente la ragione per la quale la comunità civile abbia voluto estendere all'intero territorio soggetto alla Chiesa stessa il nome del suo patrono.  Del resto sono numerosissime nella provincia di Bergamo (e non solo in questa) le località la cui denominazione deriva proprio dal Santo al quale la loro Chiesa è dedicata.  E' piuttosto l'attributo Bianco, posto accanto al nome del patrono, che può lasciare perplessi, anche se, alla fine, tutte le incertezze svaniscono... Ma basterebbe sfogliare un elenco ufficiale dei Comuni italiani e fermare per un attimo la nostra attenzione alle voci   "S.Giovanni ... " - "S. Pietro ..." - "S. Maria ...", i santi che ricorrono con maggiore frequenza nella toponomastica dei Comuni nazionali, per scoprire attributi  assai curiosi, che hanno sempre, comunque, un loro significato ben preciso.

Proprio nel tentativo di trovare una spiegazione di quel Bianco regalato al nostro S.Giovanni sono state battute diverse strade, anche recentemente, che sono però risultate tortuose e impraticabili perché all'interrogativo sono state date risposte evasive, spesso forzate e, in ogni caso, prive di una valida motivazione che le possa far ritenere credibili.

Originale, ma nettamente in contrasto con la storia della nostra Chiesa, l'ipotesi secondo la quale S. Giovanni Bianco dovrebbe la sua denominazione a Giovanni Blank, un monaco che, entrato nella Valle scendendo dalle regioni dell'Europa Settentrionale per predicarvi la Buona Novella e convertirne al Cristianesimo gli abitanti, si sarebbe fermato a lungo nella nostra terra, la quale, in segno di riconoscenza, ne avrebbe poi perpetuato il ricordo assumendone il nome...
C'è chi sostiene, invece, che non sia stato un monaco straniero a dare il nome al paese, ma un canonico di Bergamo, Iohannes Blancus, il quale, come tanti altri del suo rango, era titolare di un "beneficio" ecclesiastico nel nostro territorio che, pertanto, avrebbe avuto l'occasione di visitare frequentemente, anche per motivi d'interesse.Pur riconoscendo che questo personaggio è realmente esistito, questa supposizione è contraddetta dall'esistenza di alcune pergamene dalle quali risulta in maniera inconfutabile che la nostra comunità già vantava l'attuale denominazione quando questo canonico era ancora vivente..

Bianco  trae origine  da motivazioni di carattere prettamente religioso.  Stabilito innanzi tutto il principio che la primitiva chiesa del nostro paese venne dedicata, fin dalla sua nascita, a San Giovanni Apostolo ed Evangelista, non appare per nulla una dissonanza l'attributo di "Bianco" conferito al Santo patrono, e questo perché gli si addiceva benissimo.  Non c'è pittore, infatti, che non abbia raffigurato l'evangelista San Giovanni rivestito di abiti candidissimi, a simboleggiare l'innocenza e la purezza che contraddistinsero l'apostolo prediletto da Gesù. La tesi del colore è condivisa anche dal Muzio, il quale, agli inizi del Settecento, parlando proprio della nostra chiesa, scriveva testualmente: "La chiesa è al diletto Apostolo di Cristo Giovanni Evangelista dedicata, dalla candida sopraveste che portava, simbolo della sua verginità,detto S.Giovanni Bianco, e da esso anco la Terra parimente”.  Ma esiste anche una ragione  più propriamente liturgica.  Sappiamo, infatti, che i paramenti sacri indossati dal sacerdote durante la celebrazione dei riti religiosi sono di colore diverso, secondo quanto è richiesto dalla ricorrenza che viene solennizzata: il rosso, ad esempio, è d'obbligo quando si festeggiano i martiri, il bianco per tutti gli altri Santi, il violaceo nelle domeniche dell'Avvento e della Quaresima...A questo punto è necessario precisare, però, che la Chiesa plebana di Dossena, "matrice" della nostra, era dedicata (lo è tuttora) a San Giovanni Battista .  Esisteva, quindi, il pericolo che, indicando l'una o l'altra delle due Chiese, si ingenerasse confusione, dal momento che le comunità parrocchiali erano allora abitualmente designate con il semplice nome del loro Patrono.  A scongiurare questa evenienza, non del tutto improbabile, contribuì sicuramente anche il particolare attributo ideato espressamente per il "nostro" San Giovanni.  Infatti il preciso riferimento al colore liturgico dei paramenti sacri che ne caratterizzavano la ricorrenza servì, se non altro, a tenerlo distinto dal San Giovanni di Dossena, per il quale, nel giorno della sua festa, erano di rito in quella chiesa i paramenti scarlatti

Il nome del nostro paese,  pur risalendo ad un periodo ormai remotissimo, è comunque notevolmente posteriore non solo rispetto a quello di molte località bergamasche, ma anche a quello che contrassegna talune località del nostro stesso Comune.

Non dimentichiamo che la denominazione di S. Giovanni Bianco nacque per indicare all'inizio soltanto le abitazioni che sorgevano attorno alla chiesa, naturalmente dopo che quest'ultima fu edificata ed intitolata al Santo patrono.  Contrade come la Pianca, Oneta, Sentino, Cornalita figurano in documenti ben più antichi, appunto perché queste località si formarono assai prima della contrada di S. Giovanni Bianco.Naturalmente non sappiamo in quale preciso momento tale denominazione venne coniata.   Andando all'indietro nel tempo, troviamo un indizio  in una vecchissima pergamena dell'Archivio Capitolare di Bergamo.In essa il notaio Ottebono Barelli di Osio dà notizia di una riunione del Capitolo della Cattedrale di S. Vincenzo di Bergamo tenutasi il 4 novembre 1216.  In quell'occasione l'arcidiacono della cattedrale  stabili quali erano i beni che dovevano rimanere in comune per le necessità e le mansioni della Chiesa. Nel lungo elenco delle proprietà che furono vincolate a questo scopo, sparse un po' dappertutto nel territorio bergamasco, sono comprese quelle esistenti "ìn Sancto johanne blanco et locis adiacentibus".  Tra i possedimenti situati nelle vicinanze figurano quelli di "Eli" (Alino), di "Roncospino" (Ruspino), di "Sozia" (Sussia) e di "Zonio".
Dal 1216, che potremmo considerare "ufficialmente" l'anno di nascita della nostra comunità, proprio perché solo a quella data il suo nome di battesimo appare ben definito e ormai consolidato, i riferimenti si fanno sempre più frequenti e, nel contempo, cresce anche il numero degli atti notarili nei quali figura la denominazione completa del nostro paese: "Sanctus Iohannes Albus" o "Sanctus Iohannes Blanchus".Tra le pergamene dell'Archivio Capitolare che risalgono ad un'epoca ancor più lontana ce ne sono alcune che contengono accenni ben precisi a diverse località del nostro Comune e del territorio limitrofo. Il documento più antico è costituito senz'altro da una pergamena del maggio 1093, relativa alla vendita di alcuni terreni  in Valle Brembana.  Pur essendo il testo largamente corroso, è possibile leggervi distintamente il nome delle località ove erano situate le terre stesse: "... in loco qui nominatur Sentino et in Campo Cervio et in Laplanca et in Campo Tillio et in Cespedusso...".

In una pergamena leggermente posteriore (è dell'aprile 1161), anch'essa di dimensioni ridotte,  compare un primo timido accenno a Fuipiano: vi si attesta, infatti, che Bertramo, figlio di Pietro, "de loco foinplano de vallebrembana " aveva regolarmente riscosso da Teutaldo "de Cappacorna" il canone dovutogli per due "pezze" di terra che erano state date in affitto a quest'ultimo.  Anche la denominazione di S. Gallo dovrebbe essere anteriore a quella di S. Giovanni Bianco.  Infatti in un frammento di una pergamena stilata nell'ottobre del 1178 si legge che Adelardo, arcidiacono della Cattedrale di S. Vincenzo di Bergamo, si impegnava a versare entro l'anno, "in Sancto Gallo", 50 lire imperiali nelle mani di un certo Raimondo "de Catanio".  Dobbiamo aggiungere, comunque, che il nome di Antea, la quale fu per molti secoli parte integrante del Comune di S. Gallo, risulta menzionato in una pergamena risalente addirittura al 1131 .Altri interessanti riferimenti a contrade del nostro territorio si possono ritrovare anche in una pergamena datata 9 gennaio 1181.


In questo documento sono descritti alcuni immobíli situati "in locis et territoriis et confinibus atque pertinentiis de Sentino et de Planca et de Camarata et de Campo Cervio...", che Adamo, figlio di Landolfo di Surlasco della città di Bergamo aveva consegnato in quello stesso giorno a Bertramo "de Foro", canonico della Cattedrale di S. Vincenzo, ricevendone un compenso di 108 lire imperiali, che rappresentava allora una somma veramente notevole.

Nelle pergamene capitolari più antiche (Xll e XIII sec.) sono menzionate anche altre località della Valle Brembana, come Zogno (anno 1102), Valleve (1111), Piazza(1172), Olmo (1194), S. Pietro d'Orzio (a. 1218), S.Pellegrino(1224), Valnegra ( 1246).

Numerose altre comunità sono invece ripetutamente nominate, sempre in questi stessi secoli, nelle pergamene che fanno parte di altre raccolte, e ciò porta ad affermare che nel Duecento tutti i "centri" abitati presenti oggi nella Valle erano ormai saldamente costituiti.

Articolo tratto dal sito internet di Sergio Salvetti