Le contrade  

Il fascino di San Giovanni Bianco va ben al di là del suo centro storico: una miriade di contrade, alcune vive e operose, altre minuscole e pressoché spopolate, e un fiorire di casolari, per lo più isolati, posti in margine a fazzoletti di terra strappati alle pendici delle montagne, costituiscono il tessuto vero e genuino del territorio sangiovannese

Dalle pescose acque dell’Enna e del Brembo, tra le cui rapide amano dibattersi i canoisti, alle vecchie mulattiere che si intrecciano pazienti tra prati e boschi, fino alte cime più alte del Cancervo, del Ronco o del Sornadello, dove, tra le rocce, nidifica superba l’aquila e, nelle radure, pascolano camosci e caprioli, dovunque il paesaggio, ancora prima di essere apprezzato per le sue bellezze naturali, è interessante perché vivo e non anonimo, testimone presente di una comunità che l’ha plasmato e in esso si perpetua.

Hanno un nome i campi e le fonti dei contadini, i pendii e i sentieri dei pastori, le tribuline, erette per devozione lungo le mulattiere, gli angoli dei mercanti e le botteghe artigiane, e inoltre le fucine, i magli e i molini ad acqua, e così tutto, fino alle prede delle lavandaie a Brembo.

 

Le contrade ai piedi del Ronco e del Sornadello

Una serie di recenti costruzioni, aggiuntesi al nucleo originario caratterizzano Cornalita, protetta dai crinali del Sornadello ed in posizione ben esposta, attenta a significare l’antica fondazione tuttora ravvisabile nei vecchi rustici e soprattutto nella caratteristica struttura architettonica della chiesa del Corpus Domini, ritenuta la più antica del comune, che conserva all’interno, e soprattutto sui pilastri e sull’abside del portico, un pregevole ciclo di affreschi di epoca quattrocentesca.

In posizione favorevole, al centro di un esteso pianoro è anche Fuipiano al Brembo, che nella varietà delle architetture, ora nobili, ora rustiche, arricchite da logge e balconi, rivela l’origine illustre delle famiglie dei Busi Cariani e dei Cavagnis.

Notevole è la piazzetta centrale abbellita da una fontana con bassorilievo bronzeo, dono dello scultore Giacomo Manzù, in memoria della madre, nativa della contrada.

Da segnalare ancora la presenza, nella parrocchiale, di opere di pregio ed in particolare di tre tele del Ceresa.

Poco distante, Alino, nella cui chiesa, ai piedi del Ronco, si custodiscono tele di autori diversi, tra cui è apprezzato il Cifrondi, e affreschi dei Baschenis.

 

Le contrade del versante di San Gallo

Salendo lungo la mulattiera che ricalca la via Mercatorum, si incontra prima il nucleo antico e ben conservato di Grabbia, patria del Ceresa.

Quindi si raggiunge San Pietro d’Orzio, nella la cui chiesa parrocchiale si possono ammirare, accanto a tre belle tele del Ceresa, una preziosa tavola della fine del ‘400 o di inizio ‘500, raffigurante la Pietà, opera attribuita ad Adolfo Venturi o Andrea Previtali.

Tranquillità, natura e architetture di sapore antico si incontrano nelle vicine contrade di Grumo, Bosco e Portiera, mentre proseguendo verso San Gallo, si raggiunge il Santuario della Costa, dalle eleganti linee barocche, eretto a seguito di prodigiosi e reiterati fenomeni che videro protagonista un’immagine della Madonna.

Infine, la borgata di San Gallo, suddivisa in una miriade di nuclei sparsi a mezza costa.

La parrocchiale dell’Assunta vanta lo splendido polittico quattrocentesco a sei scomparti di Leonardo Boldrini da Murano, raffigurante l’Annunciazione e l’Incoronazione di Maria.

Più avanti si incontra la chiesetta della Trinità, posta sul colle omonimo, tra la quiete e il profumo dei pini, in prossimità di Dossena, luogo ideale per tranquille passeggiate al sole pomeridiano che qui sembra non tramontare mai.

 

Le contrade verso la Val Taleggio

Seguendo il tratto iniziale della provinciale per la Valle Taleggio, poco prima dell’imbocco dell’orrido, si raggiunge Roncaglia, contrada caratterizzata dal recente sviluppo produttivo e dal connesso ampliamento del tessuto urbano.

Non mancano tuttavia richiami ad architetture tradizionali, soprattutto nei piccoli nuclei che circondano l’abitato principale, quali il Sole, Ronco Polacco, Ronco Matelli, toponimi che ne denotano la caratteristica di luoghi favorevolmente esposti e adatti alle attività agricole.

Nella chiesetta in stile neogotico, dedicata a San Francesco e a Maria Ausiliatrice, si conservano alcune tele e sculture di un certo interesse.

 

Le contrade alle falde del Cancervo

Le moderne strade carrozzabili consentono di raggiungere agevolmente la miriade di nuclei abitati, più o meno consistenti, disseminati sul vasto territorio che si estende alla base del Cancervo. E’ tuttavia gratificante seguire le antiche mulattiere, ancora in buone condizioni, teatro per secoli dell’operoso andirivieni di generazioni di contadini e dei loro armenti.

Superata l’erta della Corna Albana, lo sperone roccioso che incombe sull’abitato di San Giovanni Bianco, e lasciato sulla destra il borgo di Oneta, si incontrano i Ronchi, il cui nome testimonia della millenaria fatica per dissodare il terreno esposto in pieno sole, terrazzarlo e renderlo coltivabile.

Poco più avanti, il Cassino, e poi Capatiglio, contrada viva e operosa, adagiata su un verde pianoro, con le sue case addossate l’una all’altra, le caratteristiche lobbie in legno, i portali in pietra e tutt’intorno un fiorire di moderne villette.

Sulla destra, Sentino e la solitaria chiesa di San Marco, che conserva pregevoli opere d’arte, prima fra tutte la celebre Pietà, capolavoro del Ceresa.

Da qui in avanti l’itinerario assume connotazioni diverse: i prati lasciano il posto a fitti boschi di latifoglie, per lo più castagneti, separati da fresche vallette e da dossi terrazzati su cui sorgono i minuscoli nuclei di Costa Lupi, Pradavalle, Foppo, località un tempo piene di vita, ora quasi del tutto spopolate, che conservano nelle strutture cadenti solo l’eco degli abitanti che se ne sono andati da tempo, verso il fondovalle, in cerca di nuove opportunità di lavoro.

Più su, seminascosta dalle morbide forme di una collinetta, la Pianca, con le case raccolte in ordine, sotto le rocce nude del Cancervo, quasi in preghiera davanti alla bella chiesa dove la devozione dei fedeli venera la Madonna della Pietà ed invoca la protezione di Sant’Antonio, plasticamente effigiato in una rara scultura lignea policroma. 

 

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Le contrade ai piedi del Ronco e del Sornadello

Le contrade del versante di San Gallo

Le contrade verso la Val Taleggio

Le contrade alle falde del Cancervo

 

San Pietro d'Orzio

Costa S.Gallo

Oneta

Roncaglia

Piazzalina - abitazione

Sentino - Chiesa di S.Marco

Pianca

Fuipiano